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I cacciatori del Sud sul piede di guerra
La passione per la beccaccia è amore sublime ….. un amore che non può essere limitato e offuscato da nessuno
Bilancio di un’annata venatoria
Quanto è dato sapere sulla Beccaccia e dintorni – Il selvatico più selvatico
Il futuro della caccia, se avrà  un futuro, è nelle nostre mani
La caccia non ha un merito sociale
Inesistente o errata la politica di ripopolamento in Calabria
No, al “Cartello Celano”
Omertà  venatoria
Quando la caccia è chiusa
Battere l’assenteismo culturale prima che sia troppo tardi
Sondaggio su Conflittualità  tra cacciatori e ambientalisti. Di chi è la colpa?

 

 La Beccaccia
è, fra gli uccelli, uno dei più affascinanti e intriganti così come gli umidi e brumosi boschi che frequenta.
L’Abbattimento
non deve avvenire a tutti i costi. La sfida è tra lei, il cane e l’uomo cacciatore, anche se è lei che si trova in condizioni di svantaggio.
Vero Beccacciaio
è colui che non ostenta il carniere, ma colui che l’affronta col silenzio e nel silenzio del bosco, rispettando entrambi oltre ogni misura.
E, quando, la possiede sente esplodere dentro di sè un conflitto che oscilla fra
la gioia e la tristezza.
Chi ciò non avverte non può definirsi un beccacciaio.

E non c’è una via di mezzo:  si è o non si è.

Rassegna Stampa
Da cacciaoggi.it
Cari amici, vi rispondo

Non è frequente vedere un giovane nemmeno fra i boschi. E quando lo si vede va a caccia come un rambo. Bene ha fatto, caro Direttore, a evidenziare la situazione d’indeterminatezza valoriale in cui la caccia è finita. È l’ora di dirlo, anche se duole. La categoria dei cacciatori, ha toccato il fondo per colpe proprie e non. Come la nostra povera Italia, che per molti versi la vedo “desta” solo nell’inno di Mameli. La caccia è sempre più a rischio. Spira una brutta aria. “mala tempora currunt et peiora sequentur”. Sic. Non è facile essere ottimisti. Ed è sopratutto per i “beceri” che, oggi più di ieri, essa è sotto un processo mediatico senza fine. Oggi, atteggiarsi ad anticaccia è di moda. Oggi, nei e su i media la fanno da padrone epiteti e barzellette. Siamo un po’ diventati come i Carabinieri. Media, dove la categoria dei cacciatori non ha saputo entrare. E di questo rendiamo grazie all’associazionismo e all’editorialismo venatorio.
Ecco il traguardo raggiunto dei summenzionati tristi: la società a malapena ci sopporta. Bravi, anzi bravissimi! L’amarezza, caro Direttore e giovane collega, diventa tristezza
Nessuno è mai riuscito a fare entrare nella cervice della collettività che la caccia non è sparare agli animali come “il piattello”. È passione, è camminare nella natura, è il cane, è salute, è lo stare insieme, è convivialità, è ruralità. In una parola: è vita. Sopra ogni cosa è storia remota, arte e cultura. Tanto bastava divulgare sui media e nelle scuole di ogni ordine e grado.
La semina di fagiani pronta caccia ha sempre dato i lamentati risultati. E questo è niente. Di solito si raccoglie quello che si semina. Per tanti anni, ho visto solo seminare coglionate e stronzate. Sarà questo il motivo che quando sento parlare di gestione e comportamenti che fuoriescono dall’etica avverto flatulenza; più di quello che potrebbe causarmi un uovo marcio.
E non intravedo possibilità di ripresa, se no quello di un doloroso “De profundis”. Mi sentirei di scrivere: aspettando Godot. Che non arriverà né oggi, né domani e nemmeno l’indomani. Vorrei vivere ancora quel tanto che basta, fino a sentirmi dire un “fanculo” o un “avevi ragione”.
A preconizzare non si fa peccato. Specie quando la realtà è sotto gli occhi di tutti, tranne che degli struzzi. Tutt’al più mi sarà conferita la patente pirandelliana di jettatore, che spero di ricevere da vivo: almeno questa.

Con viva cordialità.
Francesco Materasso

Da “La Gazzetta del Sud” del 26/04/2013. Cinghiali a rischio, mangiarli può far male

 

Mancano i controlli sanitari sui cinghiali abbattuti. L’allarme viene lanciato con un esposto inviato all’Asp, ai carabinieri del Nas ed ai veterinari dell’Uva da Francesco Materasso presidente dell’associazione “Arccasim” che si occupa di caccia, cinofilia, ambiente, sport, ittica e micologia.
In sostanza chi ammazza il cinghiale e trionfante organizza una cena con spaghetti al ragù e brasato, corre rischi per la salute perchè gli animali macellati non vengono prima controllati dagli esperti.
<>, sostiene Materasso, <>.
Secondo l’Arccasim <>. Ecco perchè il presidente Materasso dice che <>.
E spiega che l’endoparassita della trichinosi, ad esempio, si deposita nei muscoli dei cinghiali e può essere mortale per l’uomo specie se non vengono adottate particolari precauzioni nella cottura della carne. Anche l’echinococco, un altro parassita, può trovarsi nel cinghiale e le statistiche dimostrano che è la parassitosi più frequente nei pastori e nei cacciatori.
Ma c’è di più. Secondo Materasso <>.
Da “La Gazzetta del Sud” del 21/06/2011.

Cacciatori del sud sul piede di guerra sollecitano norme più chiare

 

Cacciatori provenienti da tutta la Calabria si sono riuniti sul campo di tiro “La Tranquilla” di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, per discutere dell’imminente entrata in vigore della direttica Ce 2008/51 sulle nuove regole in merito all’acquisizione e detenzioni delle armi, sullla scarsa attenzione della poitica nazionale e regionale, sul calendario venatorio ( che ancora ad oggi non registra passi in avanti), sulle aree protette e sul naturalismo di comodo.
A dare il via alla riunione l’intervento dell’avv. Franco Tavilla, ex consigliere regionale e consigliere nazionale del CPA, il quale ha fatto il punto della situazione complessiva nazionale e della necessità  di organizzarsi in movimento, nel contesto dei fermenti politici che stanno animando le aree del Sud.
L’ on. Elio Belcastro, deputato al Parlamento, ha sottolineato che la situazione è resa ancor più grave da ritardi e assenza di iniziative istituzionali volte ad approfondire le conoscenze scientifico-naturalistiche per supportare decisioni difformi da quelle dell’ISPRA e, nell’ambito delle strategie possibili, l’utilità  di una manifestazione, anche a Roma, per protestare contro l’atteggiamento del Governo e delle ministre Dell’Ambiente e del Turismo, Prestigiacomo e Brambrilla, che non mancano occassione per attaccare la caccia.
A seguire l’intervento del neo consigliere provinciale Raffaele Dagostino, in rappresentanza del Sottosegratrio alla presidenza regionale Alberto Serra, il quale dichiarando la disponibilità  più ampia ad affrontare le problematiche in atto, ha auspicato la creazione di un gruppo operativo di contatto per portare avanti le possibili soluzioni.
Di analogo tenore l’analisi critica di Bruno Zema, presidente regionale dell’ANUU Migratoristi, e quella di Francesco Materasso ex presidente provinciale dell’associazione Federcaccia di Catanzaro e scrittore emergente.. Questi ha stigmatizzato l’operto dell’Associazionismo venatorio evidenziando quanto da lui asserito ed enumerato nel suo terzo libro dal titolo “Cacciatori, Agricoltori e Ambientalisti/Eguali e Diversi”.
Secondo gli intervenuti è “allarme tsunami”.
A conclusione, quindi, del conflonto è emersa la determinata volontà  dei cacciatori e degli operatori del settore tutto, ormai sfiduciati e stanchi di indignarsi, di avviare una raccolta di firme e organizzarsi per programmare iniziative e manifestazioni per il conseguimento di obiettivi possibili e per riprendere un ruolo attivo come forza di un Sud che rivendica la difesa delle sue tradizioni rurali e venatorie e che non vuole restare vittima sacrificale delle ultime strumentalizzazioni del naturaliasmo di comodo.
Da “II Quotidiano della Calabria”, 12 maggio 2011.

Roberto Baggio e Mauro Corona allo stand del lametino Materasso

 

La Fiera di Longarone (Belluno), giunta alla 16^ edizione, si è confermata come un punto di riferimento dei settori caccia, pesca, natura ed editorialismo venatorio.
Sia per la qualità  delle esposizioni, sia per le inziative e le attrazioni correlate alla Fiera i visitatori sono stati tantissimi: quelli delle grandi occassioni, oltre 15.000.
Particolarmente riuscito è stato l’incontro-dibattito sulle tematiche venatorie raccontati dai nuovi autori emergenti, qual’è il lametino Francesco Materasso. Moderatore è stato il noto collezionista e bibliografo, dr. Carlo Romanelli.
Lo stand di Materasso ha riscosso notevole successo non solo per per le vendite dei suoi ultimi due libri, ma anche per avere
avute le visite dello stesso Romanelli, ma anche dell’indimenticato Roberto Baggio (anch’egli cacciatore) e del grandissimo scalatore, scultore, disegnatore e scrittore Mauro Corona. Tutti e tre hanno avuto parole di apprezzamento per le opere letterarie del professore Materasso.

Da “Il Quotidiano della Calabria”, del 21 aprile 2011.Francesco Materasso premiato a Jesolo

 

L’ottava manifestazione, inerente anche un concorso faunistico-letterario, ed  organizzata dal Museo Civico di Storia Naturale di Jesolo ha visto, fra i premiati, il professore Francesco Materasso, persona nota e apprezzata nell’ambiente cinofilo-venatorio.
Il titolo di merito gli è stato consegnato dal Sindaco e dall’europarlamentare, Sergio Berlato.
L’apposita Commissione ha valutato positivamente i libri di Francesco Materasso in cui narra di storie di uno che si alza presto al mattino e che conduce una vita fatta di chilometri percorsi nella bellezza della natura, grazie alla passione di predare le beccacce, in compagnia dei suoi amati cani:”Le più oneste creature create da Dio”.
Andando poi a ritroso nella storiografia dei cacciatori, degli agricoltori e degli ambientalisti, commenta e lamenta i pregi e le carenze  degli stessi, nonchè le eguaglianze e le diversità .
Altrettanto per l’associaziosmo venatorio, che camminando in ordine sparso, non riesce a porsi positivamente nei confronti della società . Donde la necessità  di una sola rappresentaza venatoria, non escusa una rivolta che parta dalla base.