Inesistente o errata la politica di ripopolamento in Calabria

Al fine di giustificare il titolo del presente articolo cito, a mò di esempio, quanto è avvenuto in provincia di Catanzaro per opera del Comitato di Gestione CZ1. Esso, con una nota inoltrata in data 7 luglio alla U.O.- Unità  Animale di Lamezia Terme- ha comunicato che nei giorni a seguire vi sarebbe stato un lancio di n° 2.500 fagiani nei territori di pertinenza. Circostanza che di fatto è avvenuta.

Una domanda al Sig. Presidente del citato Comitato va preliminarmente fatta. Si tratta di ripopolamento o di pronta caccia ? Stando alla consuetudine asserisco, senza tema di essere smentito, che nella volontà  gestionale si tratta di ripopolamento. Se così è, come lo è, va precisato che chi lancia cento per raccogliere dieci compie una mera follia, perchè disamministra e spreca denaro non suo, dimostrando oltretutto di ignorare le più elementari tecniche di ripopolamento.

All’uopo, ai Signori del citato Comitato, rammento la tecnica di base inerente il ripopolamento di qualsivoglia selvatico da allevamento.

Riferisco, in estrema sintesi.

Prima di immettere qualsiasi specie di selvaggina (chiamiamola tale) c’è:
– per primo, bisogno di una carta delle vocazioni faunistiche per avere la esatta situazione non solo della fauna eventualmente preesistente, bensì anche di quella territoriale;
– per secondo, vi è da bonificare le zone prescelte dai nemici naturali come mustelidi, volpi, cani e gatti randagi;
– per terzo, vi è da considerare il periodo di lancio che non deve andare al di là  del mese di febbraio;
– per quarto, il necessario rapporto maschi-femmine.

Elementi questi indispensabili per sperare di ottenere il minimo ricavato dell’interesse di lancio e che precostituiscono strumento necessario a qualsiasi politica di ripopolamento.

Con la pratica e la consuetudine, invece, di immettere animali con spavalda superficialità  e fuori tempo e luogo, il capitale di lancio (seppure pronta caccia) viene a essere seriamente compromesso, svalutato e vanificato. A dimostrazione abbiamo elementi di riscontro oggettivo: fagiani trovati morti nei pressi di strade asfaltate perchè investiti da autoveicoli, altri presi da contadini, pastori o passanti con le mani perchè più stupidi delle galline, resti di zampe e di ali dappertutto (segni indelebili dei summenzionati nemici naturali) non escluso qualche colpo di fucile ad opera di incivili bracconieri.

Un altro esempio di come non sono avversari della caccia soltanto i vari animalisti bensì anche quelli che si nascondono fra di noi. E’ su questi ultimi che bisogna puntare il dito, chiamandoli a rispondere del perchè di tale disamministrazione.