Cacciatori provenienti da tutta la Calabria si sono riuniti presso la sala riunioni del campo di tiro “La Tranquilla” di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, per discutere dell’imminente entrata in vigore della direttiva Ce 2008/51 in merito alle nuove regole sull’acquisizione e detenzione delle armi.
Inevitabilmente l’accento è stato posto sulla scarsa attenzione della politica nazionale e regionale sia per le questioni che interessano il settore armiero-venatorio e il suo indotto personale, sia per quelle delle are protette e sia per i calendari venatori.
Per volontà degli astanti è scattato una sorta di “allarme tsunami”.
A dare il via alla riunione l’intervento dell’avv. Franco Tavilla, ex consigliere regionale e consigliere nazionale del CPA, il quale ha fatto il punto della situazione complessiva nazionale e della necessità di organizzarsi in movimento, nel contesto dei fermenti politici che stanno animando le aree del Sud.
L’on. Elio Belcastro, deputato al Parlamento, ha sottolineato che la situazione è resa ancora più grave da ritardi e assenza di iniziative istituzionali difformi da quelle dell’ISPRA. Nel proseguo ha detto che è da prendere in seria in seria considerazione l’utilità di una grande manifestazione, anche a roma, per protestare contro l’atteggiamento del Governo e delle ministre Prestigiacomo e Brambilla.
A seguire l’intervento del neo consigliere provinciale, in rappresentanza del Stottosegretario alla Presidenza regionale Alberto Sarra il quale ha fatto pervenire la sua più ampia disponibilità ad affrontare qualsiasi problematica che affligge e mortifica il mondo venatorio. Ha fatto anche conoscere che è auspicabile la costituzione di un “Gruppo Operativo di Contatto” per portare avanti le possibili soluzioni.
Di analogo tenore l’analisi critica di Bruno Zema, presidente regionale dell’ANUU Migratoristi, e quella del sottoscritto tutta rivolta a ironizzare sul fare della politica venatoria della Regione, delle Province e dei rispettivi Comitati degli ATC.
A conclusione la determina volontà di avviare, da subito, una raccolta di firme per rivendicare la difesa delle tradizioni rurali e venatorie e per dire NO! Alle strumentalizzazioni di comodo e di maniera.